La Scozia, l’isola di Islay e il tour del whisky


Isola di Islay (Scozia)
Isola di Islay (Scozia)

Grazie (o per colpa) della globalizzazione, i whisky sono diventati un bene di consumo (quasi) alla portata di tutti. Stiamo parlando ovviamente dei brand più diffusi e commercializzati; ma mi sento di dire che con poche centinaia di euro si riesce a trovare facilmente un prodotto di ottima qualità.

Con la ‘popolarizzazione’ di un prodotto che fine a qualche anno fa rimaneva appannaggio di magnati, sir britannici e ricchi imprenditori americani, si è diffusa anche una moda piuttosto insolita: il turismo del whisky.
Per dirla in poche parole: un numero crescente di persone decide di impiegare le proprie vacanze per visitare le distillerie disseminate in varie parti del mondo, creando quelli che sono stati definiti whisky trails (ovvero i percorsi del whisky).

Già nel 2002, la famosa rivista americana Forbes stilava la lista dei più affascinanti percorsi tra le distillerie di mezzo pianeta. In italia, ahimè, il mercato e l’apprezzamento per il whisky rimane confinato ad un pubblico di nicchia, selezionato ma molto limitato. E le previsioni non sono delle più rosee (per una analisi e quantificazione dei volumi di importazione in italia clicca qui).

Qui vi voglio parlare della Scozia e delle sue distillerie. Anzi, più precisamente, vi presenterò un’isola la cui storia e fortuna è indissolubilmente legata alla produzione di whisky: l’isola di Islay.

Islay è conosciuta come ‘la Regina delle Ebridi’ ed è uno degli ultimi avamposti scozzesi nel mare prima di avvistare la costa nordirlandese di Antrim. Con 3000 abitanti circa e quasi 60,000 turisti l’anno, rimane una delle isole scozzesi più affascinanti da visitare.

Lungo i suoi soli 40 km di lunghezza si possono trovare 9 grandi distillerie di whisky: in pratica una distilleria ogni 4 km e mezzo. Un paradiso per gli amanti del whisky scozzese. La lista è comunque destinata ad ampliarsi nei prossimi anni visto il successo commerciale che Islay sta avendo tra il pubblico europeo e americano. Pensate che la distilleria di Port Charlotte (localizzata sulla costa sud dell’isola) è rimasta operativa dal 1829 al 1929 per chiudere rovinosamente dopo un secolo. Nel 2011 la distilleria è infine riaperta nei suoi edifici originali rimasti miracolosamente in piedi (e, spero, derattizzati alla riapertura). Si parla anche della riapertura della Gartbreck Distillery per l’autunno di quest’anno: insomma un futuro roseo per l’economia di Islay nonostante un numero infinito di ‘distillerie perdute‘.

Sull’isola gli alambicchi delle più apprezzate marche di whisky scozzese (Laphoraig, Caol Ila, Lagavulin, Bowmore, etc) producono oltre 20 milioni di litri all’anno. Lottano,calunniano, si fanno concorrenza per poi allegramente riunirsi alla fine di maggio a festeggiare la produzione in uno dei più apprezzati festival del genere: il Fèis Ìle.

La torba, ingrediente essenziale.
La torba, ingrediente essenziale.

Ma il legame tra l’isola e la produzione di whisky non è certo di questi tempi. Secondo la leggenda che si racconta su Islay le magiche nozioni della distillazione vengono ‘esportate’ da un monaco irlandese negli ultimi anni del Medioevo.
La storia racconta invece un’altra versione: le prime attestazioni su Islay della produzione di whisky risalgono solo alla fine del XVIII secolo quando i produttori si spostarono in luoghi remoti per sfuggire al pagamento della tanto odiata tassa sulla produzione di alcolici.

In realtà il repentino successo commerciale di Islay non è solo dovuto all’isolamento geografico dell’isola, ma soprattutto alla disponibilità in loco di grandi quantità di acqua fresca e torba, ingredienti assolutamente indispensabili per distillare un buon prodotto.

La distribuzione delle distillerie su Islay
La distribuzione delle distillerie su Islay

I critici suddividono la produzione di Islay in due grandi gruppi circoscritti geograficamente a nord e a sud dell’isola. Le distillerie del sud/sud-est infatti riuscirebbero a produrre un whisky meravigliosamente torbato grazie sia alla tipologia di acqua sorgiva utilizzata, sia all’impiego di torba (ed è il caso del Laphoraig, del Lagavulin e dell’Ardbeg)
Le altre distillerie dell’isola, localizzate sulla costa nord e nord-ovest, produrrebbero invece whisky dai sapori più disparati: si va dal comunque fortemente torbato Caol Ila al più sottile Bunnahabhain passando dall’equilibrato Bowmore.

Queste sotto sono le distillerie attive sull’isola di Islay in ordine di ‘anzianità’. Notate però che alcune non hanno soluzione di continuità. Buon assaggio ed eventuale buona visita su Islay:

Bowmore dal 1779

Laphoraig dal 1815

Ardbeg dal 1815

Lagavulin dal 1816

Port Charlotte 1829-1929, riaperto nel 2011

Caol Ila dal 1846 al 1972, riaperto nel 1974

Bruichladdich dal 1881 al 1995, riaperto nel 2001

Bunnahabhain dal 1883

Kilchoman dal 2005

Gartbreck Distillery riaprirà nell’autunno 2015.

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