Referendum per l’indipendenza scozzese: i risultati in dettaglio


Scotland Referendum

Il referendum è andato. Archiviato come uno dei tanti capitoli politici che hanno costellato la centenaria storia del Regno Unito. I nazionalisti non l’hanno spuntata. Nonostante un’eccitante rincorsa, Alex Salmond e la Yes Campaign non sono riusciti a raggiungere il 51% dei voti pur registrando un notevole 45%.
Certamente la Scozia, come pure la coesione politica degli stati che formano il Regno Unito, non sarà più la stessa. I già precari equilibri politici tra Inghilterra, Scozia, Galles e soprattutto Irlanda del Nord stanno andando verso la rottura. La bocciatura di questo referendum rappresenta, a mio di vedere, solamente uno stop di riflessione per tutti coloro che cercano l’autodeterminazione all’interno delle isole britanniche. Ci sarà comunque molto tempo per giudicare, magari con un po’ più di freddezza, il risultato delle consultazioni. Per adesso, limitiamoci a riportare i numeri e le percentuali dettagliate del voto e soprattutto cerchiamo di capire cosa succederà ai protagonisti di questa tornata (per le conseguenze politiche del voto clicca qui).

L’affluenza al voto (il cosidetto turnout) ha sfiorato l’85% degli aventi diritto, annoverando il referendum del 18 settembre scorso come la tornata elettorale più partecipata nella storia del Regno Unito.
Il precedente record in Scozia risaliva addirittura alle elezioni politiche generali del 1951 quando Winston Churchill riuscì a tornare al potere dopo la breve parentesi dei governi laburisti di Clement Attlee.

In alcune zone della Scozia l’affluenza ha perfino toccato punte del 90% e oltre (praticamente 9 persone su 10 hanno espresso la loro preferenza). Le zone più solerti alle urne sono state East Dunbartonshire, con il 91%, e Stirling con un incredibile 90.1%. Tra l’altro la città di Stirling non è del tutto nuova alle cronache perchè nelle sue vicinanze si combattè la celeberrima battaglia del 1297 tra gli inglesi e gli scozzesi guidati da William Wallace.

Le aree con meno affluenza sono state, non sorprendentemente, Glasgow e Dundee (rispettivamente 75% e 78,8%). Si deve considerare, tuttavia, che queste due città registrano solitamente una misera media di affluenza tra il 40 ed il 50%.

Tra le 32 circoscrizioni scozzesi, il SI all’indipendenza ha vinto solo in 4: Dundee City (con oltre il 57%), West Dunbartonshire (con il 54%), la città di Glasgow (con il 53,4%) e infine North Lanarkshire (dove il Si ottiene poco più del 51%). Con il 49,92% sfiora la maggioranza nell’Inverclyde, contea fisicamente separata da Glasgow, ma che in un certo senso ne fa parte.

Le aree decisamente contrarie all’indipendenza sono state le isole Shetland(63% dei No) , Dumfries (65%) e gli Scottish Borders (oltre il 66% dei No). Ma la regione che vince il primato dell’unionismo scozzese sono le Isole Orcadi dove l’indipendenza da Londra è stata rifiutata con oltre il 67,20% dei voti contro un disperato 32,80% di Si.

La posizione delle Isole Orcadi (più a sud) e Shetlands
La posizione delle Isole Orcadi (più a sud) e Shetlands

I residenti delle isole settentrionali, d’altronde, votarono massicciamente anche contro la devoluzione scozzese nel 1979 che avrebbe poi istituito il parlamento decentrato di Edinburgo. Addirittura, alla vigilia del voto, le isole e i suoi rappresentanti hanno minacciato un ulteriore referendum locale per decidere se restare nell’ambito scozzese, riunirsi ad un Regno Unito mutilato della Scozia o raggiungere uno status particolare di auto-governo (in stile Isola di Man).

Gli analisti politici mal spiegano la tradizionale avversione delle remote isole scozzesi verso l’indipendenza. In effetti, le poche decine di migliaia di abitanti  considerano il loro retaggio culturale “vichingo” o tuttalpiù “nordico” piuttosto che scozzese/gaelico (fino al XV secolo, le isole erano parte della Norvegia). Senza contare che le isole rappresentano un fiore all’occhiello nel campo dell’autonomia finanziaria e di benessere sociale (grazie alle numerose piattaforme petrolifere e alla pesca d’altura). Per un interessante approfondimento sul Guardian circa la politica delle isole Orcadi e Shetlands clicca qui).

A parte Dundee e Glasgow, le altre città scozzesi si sono dichiarate contrarie all’indipendenza. Per concludere, ecco alcuni dati (vi e mi risparmio le cifre decimali):

Aberdeen: 58% vs 41%

Edimburgo: 61% vs 39%

Stirling: 60% vs 40%

Falkirk: 53% vs 47%

8 pensieri su “Referendum per l’indipendenza scozzese: i risultati in dettaglio

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