La ballata irlandese più bella di sempre

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Lontano dal fragore dei bicchieri e delle band turistiche dublinesi, il patrimonio musicale irlandese davvero straripa di bellissime ballate tradizionali. Si viaggia dalle romantiche Sean-nós songs (ovvero con la sola voce) alle vivaci Rebel Songs (per lo più incentrate sulla storia irlandese vecchia e nuova) passando per le classiche canzoni da pub.

Pensate che la paternità della stragrande maggioranza rimane tutt’oggi sconosciuta: alcune provengono direttamente da componimenti poetici del XIX secolo. Altre, invece, sono riedizioni di canzonette popolari più o meno datate.
Le versioni più conosciute in Irlanda e all’estero restano, comunque, quelle riarrangiate in tempi recenti da interpreti d’eccezione (Sinéad O’Connor, Ronny Drew, Shane MacGowan, etc.).

Migliaia di ballate irlandesi sono state poi incise ad uso (gradito) di noi appassionati di musica folk celtica.
Una di queste, tra il gruppo di quelle meno conosciute al grande pubblico, è proprio Skibbereen.

Questo strano nome in realtà è un toponimo (An Sciobairín in gaelico: piccolo porto per barche) usato fin dal XVII secolo per indicare un piccolo villaggio nel sud dell’Irlanda. E proprio questo villaggio rappresenta lo sfondo ideale davanti al quale si svolge la struggente vicenda di un padre che è costretto ad emigrare dalla sua amata terra.

La prima versione nota del testo risale al 1880 e venne attribuita ad un poeta locale, tal Patrick Carpenter. Pubblicata poi nel 1915 da Hughes, ad oggi rimane una delle ballate strutturalmente più complesse e avvincenti del repertorio musicale irlandese.

Le strofe si sviluppano come un dialogo serrato tra un padre ed il proprio figlio e rivela la tragica vicenda dell’emigrazione irlandese in America in seguito alla terribile carestia irlandese. La canzone si conclude poi con la promessa di riscatto personale e rivolta contro il dominio britannico in Irlanda (cosa che avvenne effettivamente nel 1848).

In effetti anche un’altra (ben più famosa) ballata irlandese ci porta nel mondo turbolento e sofferente della grande carestia e delle rivolte del XIX secolo: Fields of Athenry (clicca qui). Ma la forza compositiva di Skibbereen è senza dubbio di diverso impatto.

Ne esistono diverse versioni, spesso molto diverse tra loro. Ecco una traduzione in italiano seguito dall’originale inglese (versione di Ronny Drew):

Figlio: O caro padre, spesso ti ho sentito parlare dell’isola di Erin,
delle sue alte colline, delle sue vallate verdi, delle aspre e selvagge montagne .
Dicono che sia una terra bellissima dove perfino un santo potrebbe prendere casa.
Allora perché l’hai lasciata, dimmi perché.

Padre: Oh figlio, ho amato la mia terra natia con energia e orgoglio
finché la rovina non si abbatté sui campi di patate; le mie pecore e il bestiame morì.
Non riuscì a pagare l’affitto e le tasse, e non potei salvarle.
Ecco quindi il crudele motivo per cui ho abbandonato la vecchia Skibbereen.

Oh ben mi ricordo quel triste giorno di Dicembre
quando il padrone e lo sceriffo vennero a prenderci tutti
diedero fuoco al mio tetto con il loro maledetto grigiore inglese
tirai un sospiro e dissi addio alla cara vecchia Skibbereen

Anche tua madre, Dio protegga la sua anima, cadde su quel suolo roccioso
svenne per l’angoscia vedendo la desolazione che aveva attorno
Non si rialzò più e morì restando però nei sogni immortali
Trovò una quieta sepoltura, caro il mio ragazzo, nella cara vecchia Skibbereen.

E tu avevi solo due anni e un corpicino gracile
non potevo lasciarti a i miei amici a portare il peso del nome di tuo padre
così ti avvolsi nel mio cóta mór (cappotto) nel cuore invisibile della notte
ho tirato un sospiro e ho detto addio alla cara vecchia Skibbereen.

F: O caro Padre, il giorno arriverà quando tutti gli irlandesi risponderanno alla chiamata della libertà e si raccoglieranno uno ad uno
Io sarò l’uomo che condurrà la banda sotto il segno della bandiera verde
E forte e chiaro alzeremo il grido ‘Vendetta per Skibbereen!’

flag of ireland 1916
La bandiera originale della ribellione irlandese al dominio inglese del 1916, oggi conservata al Museo Nazionale di Irlanda (Dublino).

La versione inglese invece è qua sotto:

Oh father dear, I oft-times hear you speak of Erin’s isle
Her lofty hills, her valleys green, her mountains rude and wild
They say she is a lovely land wherein a saint might dwell
So why did you abandon her, the reason to me tell.

Oh son, I loved my native land with energy and pride
Till a blight came o’er the praties; my sheep, my cattle died
My rent and taxes went unpaid, I could not them redeem
And that’s the cruel reason why I left old Skibbereen.

Oh well do I remember that bleak December day
The landlord and the sheriff came to take us all away
They set my roof on fire with their cursed English spleen
I heaved a sigh and bade goodbye to dear old Skibbereen.

Your mother too, God rest her soul, fell on the stony ground
She fainted in her anguish seeing desolation ‘round
She never rose but passed away from life to immortal dream
She found a quiet grave, me boy, in dear old Skibbereen.

And you were only two years old and feeble was your frame
I could not leave you with my friends for you bore your father’s name
I wrapped you in my cóta mór in the dead of night unseen
I heaved a sigh and bade goodbye to dear old Skibbereen.

Oh father dear, the day will come when in answer to the call
All Irish men of freedom stern will rally one and all
I’ll be the man to lead the band beneath the flag of green
And loud and clear we’ll raise the cheer, Revenge for Skibbereen!

famine monument
Il monumento ai caduti della Grande Carestia a Skibbereen.

 

E’ o non è la ballata irlandese più bella e struggente di sempre?

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